
Si ritiene che l’uso del “Rakkan” (firma e marchio) (落款) abbia avuto origine in Cina a partire dalla Dinastia “Sō“ (宋代) e in Giappone a partire dal periodo “Kamakura” (鎌倉時代) laddove aumentava il riconoscimento sociale degli autori e la loro autonoma attività.
Rakkan è l’abbreviazione del termine “Rakuseikanshiki” (落成款識), dove “Rakusei” (落成) indica il completamento dell’opera e “kanshiki” (款識) firma e sigillo.
In un Rakkan appaiono di norma:
1. A che ora (data di creazione)
2. Luogo (luogo di creazione)
3. Chi
4. Perché (motivo della creazione)
Ma ci sono casi in cui appaiono a completamento solo il sigillo oppure il nome o un codice (un nome diverso dal vero nome, che viene dato rispetto al nome o rispettato per la personalità).
Inoltre, è possibile trovare l’aggiunta di poemi che esprimono il motivo della produzione e l’ispirazione di quel momento e parole famose. In breve, il sigillo è la conclusione finale dell’opera, che influenza direttamente il valore dell’opera e ha un significato decorativo.
Il sigillo impresso sotto la firma si chiama “Rakkanin” (落款印). Assume di norma forma quadrata ma esistono rettangolari, circolari, ovali ed ellittiche.
A prima vista l’apposizione del sigillo può sembrare piuttosto semplice, in realtà si tratta di un’operazione con un suo grado di complessità. Va considerata dapprima la posizione e una applicazione uniforme e accurata. Una volta determinata la posizione del segno, si applica in modo verticale stampando con fermezza,
Per i principianti della calligrafia non occorre concentrarsi sul Rakkan, basta esercitandosi a comporre i caratteri uno alla volta.
Solo successivamente, quando si è in grado di comporre le opere, si potrà inserire la propria firma ed esercitarsi con l’inserimento del Rakkan.