Ci sono molte vecchie storie in Giappone. E gli animali compaiono in molte di queste. L’ampia varietà di animali include le scimmie, le volpi, i procioni, i granchi, le tartarughe e le gru. Questo sembra essere dovuto al fatto che i bambini familiarizzano facilmente con gli animali.
Questa volta presenteremo la famosa storia “Bunbuku Chagama“
(分福茶釜) dove è presente il procione e “Tsuru no ongaeshi”(鶴の恩返し) dove invece è protagonista una gru.

“Bunbuku Chagama” (分福茶釜)
Il bonzo di un tempio chiamato “Morinji” (茂林寺), ama la cerimonia del tè e acquista una pentola di metallo “Chagama” (茶釜) presso un negozio di utensili usati.
Tuttavia, la teiera inizia a parlare e il bonzo indispettito finisce per cederla a un uomo povero che vive raccogliendo rottami. Quest’uomo seppure nella povertà custodisce e apprezza la pentola e in seguito apprende successivamente che essa è una pentola tutt’uno con un procione.
Un procione infatti in origine aveva fatto una gara con degli amici tramutandosi volontariamente in pentola ma non era poi riuscito a separarsi diventando tutt’uno con essa. E non potendo tornare a vivere nel bosco si trovò nei guai.

Il procione chiede all’uomo di vivere insieme ma lui è però troppo povero per sostentarlo. Allora il procione si propone di intrattenere le persone per ottenere soldi assumendo il nome di “Bunbuku Chagama” (分福茶釜).
Col tempo Bunbuku Chagama sarà molto apprezzato per i suoi spettacoli e il povero uomo diventerà ricco. Bunbuku Chagama sarà felice, ma il suo corpo racchiuso nella pentola a lungo soffre e il procione muore.
La morte rattrista molto l’uomo del negozio che parla con il vecchio bonzo e provvede a un grande funerale presso il tempio “Morinji”.
Il nome “bunbuku” (分福) significa dividere “bun”(分) la felicità “fuku”(福) con le persone.
“Tsuru no ongaeshi”(鶴の恩返し)
Va ricordato almeno un ulteriore famoso racconto chiamato “Tsuru no ongaeshi”(鶴の恩返し)、ovvero “la gru che restituisce il favore”.
Una coppia di anziani lungo il proprio cammino si imbatte in una gru in trappola e impietositi la liberano.

Un giorno, una bella ragazza si presenta alla coppia di anziani e chiede il favore di pernottare presso di loro una notte perché si è persa lungo il cammino.
Dopo essere stata accolta, la ragazza si prende subito cura della anziana coppia e loro la trattarono come fosse la propria figlia. Non avendo dove andare la ragazza si offre di diventare la loro figlia.
Felici iniziano a vivere in armonia in tre.
Un giorno la ragazza chiese: “Portatemi dei filati perché voglio creare un tessuto”. Dopo aver ricevuto i filati richiesti espresse un’altra richiesta: “Non guardate mentre faccio il tessuto”. E per tre giorni e tre notti di seguito senza dormire e riposare lavorò fino al completamento del tessuto. Successivamente disse: “Vendete il tessuto e con il ricavato compratemi altri filati”.
Quel tessuto era molto bello, piacque e fu venduto ad un prezzo molto alto. Con il filo nuovo acquistato, la figlia tesse un secondo tessuto ancora più bello e raffinato del primo e che fu venduto a un prezzo ancora più alto facendo ricca l’anziana coppia.
I due anziani resistettero pazientemente alla tentazione di vedere come la figlia creasse i tessuti per due volte, ma la terza volta incuriositi ruppero il patto e osservarono nella sua stanza di nascosto.
Ma dentro la stanza non c’era la figlia, bensì una gru che intrecciava i filati brillanti privandosi delle proprie piume e ormai aveva perso quasi tutte le piume assumendo un aspetto molto misero.
Alla coppia incredula, la gru racconto di essere quella gru che loro in passato avevo salvato e intendeva restituire loro il favore. Tuttavia ora che era stata scoperta raccontò di doverli lasciare e volò via.
Similmente ad altri racconti giapponesi, molti animali sono protagonisti nel restituire il favore ad umani che in precedenza li hanno aiutati.
I bambini giapponesi hanno molta familiarità con questi vecchi racconti e conoscono anche animali che di solito non vedono, come procioni e gru.