Gyosho

Si dice che il miglior esempio di apprendimento per lo stile “Gyosho” (行書) sia quello del maestro “Ogishi” (王義之)(307-365). Anche dopo più di 1650 anni, si dice che il Gyosho di Ogishi sia il maestro supremo della scrittura, e nessuno lo abbia mai superato.

Si dice anche che lo stile “Kaisho”(楷書) sia come “in piedi”, quello “Gyosho”sia “andante” e quello Sōsho(草書) sia come “in corsa”.

Pertanto Gyosho rispetto a Kaisho deve essere composto scorrendo e occorre prestare la massima attenzione a come utilizzare il pennello e la direzione di movimento.

Per spiegare la differenza nei tratti di pennello in dettaglio, Kaisho viene formato combinando un singolo punto, una linea orizzontale e una linea verticale mentre Gyosho deve essere scritta in modo continuo, da un carattere all’altro.

La composizione da carattere a carattere deve essere eseguita senza respirare. È importante associare il respiro al ritmo lento o veloce con cui viene trasportato il pennello.

Fino a quando non si completa almeno un carattere i tratti del pennello si compongono in sequenza senza interruzione.

Esiste infine uno stile Gyosho detto “duro” e più vicino al Kaisho e uno stile più morbido e vicino al Sōsho, cioè Gyosho ha più varietà e non ci sono neppure nozioni di base difficili. Da questo punto di vista è una forma compositiva che permette di esprimere sé stessi nelle proprie opere.

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