Quando visiterete il Giappone per un viaggio, vedrete senz’altro un ”Daruma” (達磨) da qualche parte.

Rosso e tondo, diverso dal “Maneki-neko” (招き猫), potreste pensare si tratti di un porta fortuna.
Per i giapponesi, Daruma è diffuso già in età infantile per via delle canzoni dell’infanzia e il gioco di ”Daruma san ga koronda” (una specie di “1,2,3, stella”). Viene venduto con gli occhi bianchi (non disegnati) e in segno di preghiera affinché si realizzi qualcosa di importante si disegna di nero solo l’occhio sinistro. Al realizzarsi del desiderio, come per esempio una vincita elettorale, è usanza aggiungere anche l’altro occhio. E’ una tradizione amata e pratica sia dai bambini sia dagli adulti.
Quindi da dove viene Daruma?
Nel periodo Kamakura, nell’ambito del Buddismo Zen proveniente dalla Cina ci fu un monaco di nome Daruma. Si trattava di un monaco indiano che aveva introdotto il Buddismo Zen in Cina.
C’è una leggenda secondo la quale Daruma perse gli arti restando per nove anni in posizione “Zazen” (座禅) davanti al muro. Di qui l’usanza di rappresentarlo privo di arti.
Si costruisce ponendo del peso sulla base tonda per abbassare il baricentro in modo che se viene rovesciato si rimette in piedi da solo.
Fu introdotto in Giappone come una cosa propizia dalla Cina circa 1400 anni fa, tuttavia Il Daruma odierno è nato nel periodo Edo, e si presume che rappresenti lo spirito indomito che si alza anche se cade dopo aver fatto lo Zazen rivolto al muro per nove anni.
Da questo spirito indomito, è nata l’espressione “Nanakorobiyaoki”(七転び八起き), ovvero “cadere sette volte, alzarsi otto”.
Il Daruma è spesso rappresentato con un volto minaccioso, questo tuttavia è dato non dalla volta di spaventare il prossimo ma dal fissare il proprio cuore scoraggiato dalla sopportazione di un esercizio così duro al punto di perdere gli arti.
Il Daruma è generalmente rosso, i colori del fuoco e del sangue che sin dall’antichità si riteneva avessero un effetto di protezione dal maligno.
Che si tratti di vestirsi per una celebrazione o di alimenti, il rosso è sempre stato inteso come un elemento indispensabile di difesa da malattie e calamità naturali.
Dal periodo “Edo”(江戸時代) (1603 – 1868) in avanti, i dipinti e altre opera che hanno rappresentato lo hanno sempre vestito di rosso.
In Giappone, l’associazione di rosso e bianco “Kōhaku”(紅白) sono considerati di buona fortuna e talvolta Daruma si può trovare anche bianco.
Dall’era “Shōwa” (昭和) (1926 – 1989) in poi sono apparsi anche Daruma multicolore come giallo, verde, d’oro oltre a rosso e bianco.

Quando viaggerete in Giappone, che ne dite di un Daruma come vostro souvenir?